Viaggiare significa sostanzialmente spostarsi da un luogo ad un altro, ma è anche curiosità, desiderio di sapere e vedere qualcosa di nuovo.
Seguendo quest’idea voglio proporvi delle mete alternative, sicuramente non battute dal turismo di massa e forse meno confortevoli, ma ricche di bellezze nascoste e di storie affascinanti.
Cominciamo con la Norvegia e nello specifico con Oslo, la sua capitale, città famosa per le aree verdi e i suoi musei. Sono sicuro però che in pochi avete mai sentito parlare della Fortezza di Akershus, nonostante sia uno dei principali punti di riferimento della stessa città.
L’imponente struttura di pietra fu fatta costruire sul lato orientale del porto da re Hakon V nel XIII secolo per difendere la città. Nel corso del tempo poi, fu fortificata con fossati, archi rampanti e bastioni e nel XVI secolo, quando alle difese del castello furono aggiunti i cannoni fu costruita la torre Munk, divenendo così un perfetto baluardo.
La storia della Fortezza di Akershus ha però anche dei risvolti macabri.
Durante la seconda guerra mondiale fu occupata dai tedeschi, e molti norvegesi furono torturati e uccisi tra quelle mura.
E sempre nella fortezza si svolsero i processi di guerra e furono compiute le esecuzioni capitali nei confronti di coloro che si macchiavano di alto tradimento contro la Corona o la patria, compresa quella del famoso collaborazionista nazista Vidkun Quisling.
Altra morte eccellente avvenuta ad Akershus fu quella del coniatore Henrik Christofer Meyer.
Re Federico IV (ritenuto ai suoi tempi un sovrano benevolo e clemente), osservava un ferreo codice d’onore. Si diceva che scorresse sangue vichingo nella sua stirpe, e in base al codice vichingo, qualunque tradimento andava punito con severità.
Così Meyer, accusato di aver fatto la cresta sull’argento del conio del re, sostituendolo col rame, fu frustato a sangue e condannato a vita, segnato per sempre come traditore della Corona con un marchio impressogli in fronte con un attizzatoio di ferro.
Il re usò proprio una delle monete falsificate dal coniatore per marcargli a fuoco la carne.
Ma tralasciando queste pagine nere della Fortezza, vi è da dire che le sale del castello sembrano uscite dritte da un libro di fiabe medievali, con travi di legno sgrossate che sorreggono il soffitto, pavimenti di tavole di quercia a spina di pesce, e lampadari che illuminano lunghi tavoli drappeggiati.
Foto Fortezza di Akershus di Tomasz Sienicki sotto licenza Creative Commons Attribution 2.5 Generic